Secondo trimestre 2023: scenario economico
Come va l’economia nel 2023? Quale futuro per l’economia e come sarà l’economia nei prossimi anni? Questi sono i principali quesiti che individui e aziende, tra cui la nostra raffineria di lingotti in leghe a base rame, si pongono attualmente di fronte al tema “scenario economico”. L’obiettivo comune è quello di riuscire a raccogliere informazioni e dati reali su cui basare le proprie valutazioni e decisioni.
Queste domande e il bisogno di trovare risposta ad essi nascono entrambi dalla complessa fase storica che stiamo vivendo, caratterizzata dal cambiamento e dall’incertezza. A sostegno delle imprese, per comprendere meglio le dinamiche macroeconomiche presenti e delineare le possibili evoluzioni future, interviene “Scenari & Tendenze”. Organizzato trimestralmente da Confindustria Brescia, con il patrocinio di Camera di Commercio di Brescia, da quindici anni, infatti, l’Osservatorio Congiunturale offre ai partecipanti analisi e dati oggettivi da cui trarre spunto per impostare una strategia aziendale, soprattutto in presenza di periodi storici così delicati e ricchi di incognite.
Vediamo in breve il quadro economico delineato lo scorso 4.07.2023 da Scenari & Tendenze.
Scenario economico nazionale: andamento e prospettive
Come già anticipato, la situazione economica attuale è particolarmente complessa per diversi motivi:
- Le imprese sono spinte dallo sviluppo tecnologico, causato dalla transizione energetica e da quella digitale, a velocizzare le proprie valutazioni e decisioni strategiche.
- Le circostanze straordinarie che hanno costretto le imprese a fare i conti con diverse criticità negli scorsi anni oggi mettono le aziende di fronte ad una fase congiunturale difficoltosa.
Se fino a marzo 2023 il sentiment era ancora positivo e si poteva osservare una crescita delle attività industriali, non si può dire altrettanto per il secondo trimestre. Infatti, nel nostro Paese la situazione è peggiorata, mostrando una diminuzione dei consumi e degli investimenti. I consumi, infatti, hanno subito non solo gli effetti dell’inflazione, che ha diminuito il potere di acquisto dei consumatori, ma anche delle spese consistenti a cui essi hanno dovuto far fronte nella fase post-pandemica. Lato investimenti, invece, la loro riduzione può essere ricondotta a diverse cause:
- al numero considerevole di investimenti fatti dalle imprese negli anni passati;
- ad un’offerta di credito in diminuzione, accompagnata da tassi elevati;
- alla scarsità di manodopera e ad un crescente turnover aziendale.
Nonostante tutto, i dati OCSE prevedono una lieve crescita per l’Italia del +0.6% a marzo, con una previsione di crescita del +1.2% nel 2023.
Qual è la situazione dell’economia a livello internazionale?
Lo studio delle dinamiche che caratterizzano la fase economica attuale e i principali mercati permette di chiarire meglio la situazione presente e le possibili evoluzioni nel breve termine. Infatti, dall’analisi presentata da Scenari & Tendenze dei principali fattori critici che influiscono sull’economia, emerge uno scenario che va senza dubbio approfondito.
Secondo le stime OCSE di marzo 2023, le prospettive non sono particolarmente incoraggianti: si prevede un rallentamento della crescita a livello globale nel 2023, seguita da un ulteriore diminuzione nel 2024. Questa decelerazione significativa viene confermata da un Purchasing Managers Index (PMI) al di sotto della media di lungo periodo, il quale denota una certa sfiducia tra i buyer. Se i responsabili acquisti si sono lasciati alle spalle i timori per le criticità energetiche e per il logoramento delle catene di approvvigionamento, oggi le loro preoccupazioni sono causate da una domanda carente, molto sentita, e dagli effetti che i tassi d’interesse stanno avendo a livello economico.
Le varianti che intervengono sono molteplici, approfondiamole brevemente.
Guerra tra Russia e Ucraina
Nonostante i vari mercati siano stati in grado di assimilare le conseguenze del conflitto già nei primi mesi del 2022, questa criticità è comunque ancora causa di tensione e imprevedibilità.
Rallentamento della Cina (medie settimanali)
Nei primi tre mesi del 2023, la Cina vive una fase di crescita delle attività industriali riconducibile ad un’esplosione della domanda in seguito alla chiusura, causa Covid, di fine 2022. Questa fase positiva è seguita, però, da una retrocessione costante fino a giugno 2023. Una situazione dell’economia molto simile a quella vissuta del 2020.
L’analisi dell’indice composito della borsa cinese mostra una certa stabilità del suo andamento (+3.6%), una situazione comune in un mercato controllato dalle autorità. Esaminando, invece, la tendenza dell’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong, mercato con maggiore apertura verso l’occidente, quanto delineato all’inizio è evidente: dopo un picco iniziale del +50%, che coincide con la ripartenza dopo la pandemia dello scorso anno e le attese di ripresa post-pandemiche, segue un calo costante nel primo semestre 2023 (-15%), che prosegue in questa direzione al ribasso e che conferma un rallentamento economico significativo.
Interessante è il fatto che l’Hang Seng Index ha una tendenza opposta rispetto a tutti gli altri. Infatti, se lo confrontiamo nello stesso lasso di tempo con l’americano Standard & Poor’s 500, è possibile notare che quest’ultimo è in crescita del +16%. Un segnale, quindi, di un’economia che, al contrario di quella cinese, procede.
Inflazione (medie settimanali)
Confrontando l’inflazione negli Stati Uniti con quella in Europa, in seguito ai top raggiunti lo scorso anno, si può notare come l’andamento di quella americana anticipi quella europea. Inoltre, il trend dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development) si muove in modo sincrono a quello dell’area Euro e il loro raffronto mostra, a partire dal 2022, un calo dell’inflazione. L’analisi di quanto accade in Europa chiarisce che l’inflazione in effetti sta scendendo, però l’indice “Core”, cioè l’indice che non comprende i prezzi di energia e alimentari che sono gli elementi più volatili, rimane ancora su livelli alti. Anche in Italia, secondo i dati ISTAT, a giugno 2023 si rileva una situazione simile, imputabile alla crescita dei tassi d’interesse.
Tassi d’interesse (medie settimanali)
Dopo anni di assenza di movimento, si possono osservare numerosi movimenti delle azioni effettuati dalla FED e dalla BCE nel biennio 2022-2023. Inoltre, è rilevabile una progressiva diminuzione del divario tra i principali tassi delle due banche centrali. Ci si aspetta che nel mese corrente possa esserci un ulteriore aumento del 0.25% sul tasso americano, con probabilità che questo venga portato al 5.50% a settembre.
Per quanto riguarda l’Europa, è significativo evidenziare che sia l’EURIBOR (riferimento per finanziamenti a tasso variabile) che gli IRS (riferimenti per i finanziamenti a tasso fisso) seguono l’andamento al rialzo del tasso centrale. Se l’andamento positivo del 2021-2022 delle imprese ha permesso loro di attutire questo progressivo aumento dei costi, qual è la prospettiva? Sia EURIBOR che IRS si manterranno su livelli alti, con ulteriori aumenti da parte delle banche centrali che influiranno sull’economia e, di conseguenza, anche sui costi aziendali.
Anche l’analisi delle materie prime e dei noli marittimi non è da tralasciare.
Materie prime (medie settimanali)
Gli andamenti degli indici DOW JONES, CRB e Bloomberg, cioè i principali indici a livello internazionale delle materie prime, nei primi quattro mesi 2022 hanno raggiunto dei livelli senza precedenti, per poi decrescere in modo significativo, rispettivamente del -23,4%, -21,7% e -27,4%. Se confrontati con lo scenario del 2020, questi indici, nonostante siano in calo, rimangono su prezzi medi elevati sostenendo, così, la permanenza dell’inflazione.
Noli marittimi (medie settimanali)
Molto importante è anche l’andamento dei noli marittimi sia per il trasporto di carichi secchi e sfusi che per il trasporto di container.
- Baltic dry index (indice dei costi trasporto di carichi secchi e sfusi): Dopo il rialzo straordinario degli ultimi anni, nonostante il conflitto russo-ucraino abbia avuto alcuni influssi sul suo andamento, il trend è sceso rapidamente del 90,2% a partire da giugno 2021. In seguito, ha subito un cambio di rotta nel 2023 (+193%), per poi correggere nuovamente al ribasso a partire da aprile (-41,7%). Questo conferma che la richiesta di questa tipologia di trasporto a livello internazionale non è consistente.
- Drewery world container index (indice dei costi di trasporto di container 40 ft.): L’andamento di questo indice conferma quanto già visto per il trasporto di carichi secchi-sfusi. Infatti, anche in questo caso, notiamo a inizio luglio 2023 un crollo straordinario del -85,6% dopo i picchi raggiunti nel 2021. Un dato significativo, in quanto il livello raggiunto dai noli marittimi dei container ha superato i livelli minimi sperimentati nel 2020. Stiamo vivendo, quindi, una fase di effettiva carenza di richiesta di trasporti.
Conferme della situazione dell’indice generale appena analizzata arrivano anche dai costi dei trasporti marittimi sulle principali rotte commerciali internazionali.
Infatti, i costi di trasporto dalla Cina (porto di Shanghai) verso l’Europa (porto di Rotterdam), gli Stati Uniti (porti di Los Angeles e New York) e l’Italia (porto di Genova), confermano il calo generale dei prezzi precedentemente osservato con una decrescita che va dall’84 al 91%, fino a raggiungere i livelli di inizio 2020. Cosa significa? L’export cinese è in una fase di flessione significativa che si riflette anche sulla richiesta di trasporti via mare, divenuta carente. Se guardiamo, invece, alle importazioni della Cina da questi paesi, la diminuzione non è così significativa e non ha ancora raggiunto i livelli del 2020 come, invece, è accaduto per l’export. Dobbiamo comunque tenerne conto.
Interessante notare come i prezzi dei trasporti via mare sulle tratte Europa-Stati Uniti abbiano mantenuto livelli alti fino alla fine del 2022, per poi decrescere in modo consistente negli ultimi sei mesi (-42% New York-Rotterdam e -64% Rotterdam-New York). Si tratta di movimenti che procedono velocemente al ribasso verso le medie del 2020, che confermano uno scenario attuale poco incoraggiante.
Fonte: Confindustria Brescia - "Scenari & Tendenze", 4 luglio 2023.