Il caro energia minaccia le imprese

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Chi non ha sentito parlare di “rincaro delle materie prime” negli ultimi anni? Un tema che è stato discusso a lungo, ma che rimane di grande attualità e che desta maggior preoccupazione da quando anche il costo di energia elettrica e gas hanno subito un incremento. Qual è la situazione con cui le aziende, tra cui le imprese produttrici di leghe a base a rame come RMG, devono fare i conti?

Partiamo facendo un breve riepilogo. In alcuni contenuti del 2021 abbiamo approfondito le dinamiche dello scenario economico e l’andamento dei non ferrosi alla base della nostra produzione di lingotti in bronzo, ma non solo. Più volte abbiamo preso in analisi le criticità affrontate dalle aziende in seguito alla pandemia da Covid-19, prime fra tutte la crescita delle quotazioni delle principali commodity industriali e la loro irreperibilità; fenomeni scatenati da una serie di diverse concause di diversa natura: concrete, finanziarie e logistiche

Inoltre, nel contenuto relativo alla 36a edizione di Scenari & Tendenze abbiamo citato brevemente l’aumento delle quotazioni dell’energia. Un’ulteriore problematicità che si è presentata alle aziende già in difficoltà e che riteniamo doveroso approfondire in quanto tocca da vicino ogni impresa, in particolare quelle che impiegano un grande quantitativo di energia per la propria produzione.

Rincari dei prezzi dell’energia: le imprese energivore lanciano l’allarme

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Crociata delle aziende contro il caro-energia: «senza aiuti si chiude»
(dal Giornale di Brescia, martedì 28 dicembre 2021, prima pagina, anno 76, n. 356)

Caro energia, imprese a rischio blackout
(dal Messaggero Veneto, martedì 28 dicembre 2021, pp. 10)

Questi sono solo alcuni dei titoli comparsi nelle testate giornalistiche italiane a fine 2021. Articoli diversi, ma accumunati tutti da un unico filo conduttore: le imprese siderurgiche e manifatturiere a rischio chiusura a causa del caro energia. Esatto, perché proprio a fine dicembre 2021 da Brescia è partita la richiesta di aiuto allo Stato da parte delle aziende dei settori energivori.

Di fronte ad un aumento del costo dell’energia del 650% in confronto a gennaio 2020, gli imprenditori hanno richiesto un intervento immediato del governo per evitare l’inevitabile: la fine di molte attività produttive a causa dei costi energetici insostenibili e le possibili conseguenze negative su più larga scala, sia sul tessuto economico che sociale del Paese.

Una situazione senza precedenti, in cui la minaccia alla sopravvivenza delle aziende non è l’assenza della domanda, bensì il fatto che l’atto di produrre costituisce una perdita costante di soldi per le imprese a causa dei prezzi dell’energia.

Questo è il contesto in cui si è chiuso il 2021, ma quali sono stati gli sviluppi ad inizio 2022? Vediamoli insieme?

2022 e prezzo dell’energia: scenario e prospettive anche per il settore metallurgico

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Inizio 2022. Il rincaro dell’energia elettrica e del gas non dà tregua alle imprese e costringono molte aziende a fermare la produzione o a posticipare la riapertura dopo le festività. In particolare, molti settori del bresciano sono fortemente colpiti da questo fenomeno a causa delle loro produzioni storicamente energivore. Uno scenario con cui si apre l’anno nuovo e che è riassunto perfettamente nell’intervista ad Achille Fornasini pubblicata il 14 gennaio 2022 sul Giornale di Brescia.

Focalizziamoci sulle informazioni fornite in merito alla metallurgia, settore in cui rientra anche la nostra attività produttiva di lingotti in bronzo, bronzo all’alluminio e altre leghe a base rame. Questo comparto è certamente uno dei più colpiti dall’aumento dei costi dell’energia e più a rischio stop degli impianti produttivi, con conseguenze anche sui lavoratori e le loro famiglie.

Come spiega Achille Fornasini, professore all’Università degli Studi di Brescia,da sei mesi siamo travolti da un sisma energetico innescato dal gas naturale, elemento che sta alla base della creazione di energia elettrica. Lo squilibrio tra offerta e domanda di gas naturale, esplosa nella fase post pandemica, unito, come illustra Fornasini, alle ansie da carenza di gas e l’utilizzo di strumenti finanziari derivati [...] hanno distorto le dinamiche di mercato. Tutto questo si è tradotto in una volatilità straordinaria del prezzo dell’energia elettrica che prima ha subito un incremento del 788,5%, chiudendo poi l’anno scorso con una flessione del 46%. Una tendenza delle quotazioni che ha avuto ripercussioni inevitabili sul Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica (+711%).

Le prospettive? Fornasini spiega che il calo più recente dei prezzi del gas si deve agli arrivi delle navi di gas liquefatto dagli Stati Uniti, ma i benefici si avvertiranno tra marzo e aprile quando le bollette saranno ricalcolate in base ai valori correnti. Una previsione positiva che, però, non dà sollievo nell’immediato né alle famiglie, né alle imprese che continuano a subire la pressione del rincaro dell’energia e che rischiano interruzioni produttive legate all’insostenibilità energetica.

La situazione necessiterebbe ulteriori interventi sul piano strutturale, ma la speranza maggiore è riposta nell’approvazione nel breve termine del nuovo gasdotto North Stream 2.

Sicuramente il prossimo incontro con Scenari & Tendenze di Confindustria Brescia fornirà ulteriori approfondimenti anche in merito a questa tematica. Se vuoi restare aggiornato, segui la pubblicazione dei nostri prossimi contenuti nella nostra pagina dedicata alle News.

Fonti:

  • Nuri Fatolahzadeh,Caro energia, a rischio anche i posti di lavoro. Le aziende: "Costi folli, così dovremo chiudere", Giornale di Brescia, 28 dicembre 2021, pp. 2
  • R. Raga, intervista ad Achille Fornasini, professore all’Università degli Studi di Brescia:C’è una speculazione sull’energia: tra marzo e aprile il calo dei prezzi, Giornale di Brescia, 14 Gennaio 2022, pp. 27